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Racconto di fantasia in Italiano frammischiato con un po' di napoletano. Scritto in versi rimati da Vittorio Gambardella. Come Dante per la Divina Commedia, così io, fatte le dovute distanze, sono stato in Paradiso ricevuto da San Procolo, protettore di Pozzuoli. (Il paese della Sophia Loren.) S'incontrano eroi, personaggi storici, gente importante, e soprattutto Santi, e si scherza con loro, giocando sui nomi e svelando alcune curiosità.

sabato 29 novembre 2008

Viaggio Oltretomba

In questo capitolo si parla di: San Paolo, Mao Tse Tung, Stalin, San Uliveto, Il Principe Antonio De Curtis, in arte Totò, Santa Susanna, Giocasta, Flavio Gioia, Le Parche, Santa Cecilia, Santa Agnese, Arianna, Adone, Sansone e Dalila, Galileo Galilei, gli Evangelisti, l'Angelo Custode, Sodoma e Gomorra, Il Conte Francesco Cosenza, Santa Barbara, Gesù, e di gente comune, conoscenti dell'autore.


Capitolo - VII -



- San Prò quell’uomo con i capelli come i miei, ragiona da solo come un pazzo…
Sentite buon uomo: che male vi molesta? Andrete al manicomio con questo andazzo?
- Io sono Paolo di Tarso:”l’apostolo delle genti” e mi ripasso nell’incamminarmi,
quello che devo dire se incontro qualcuno sul mio cammino: degno d’ascoltarmi.

- Quand’eri Saulo perseguitavi i cristiani, poi da Paolo cacciasti fuori la penna di pavone
e ti mettesti a scrivere: ai Tessalonicesi, ai Galati, ai Corinzi, ai Romani, a Filemone,
ai Colossesi, agli Efesini, ai Filippesi, a Timoteo, a Tito, agli Ebrei, ecc. ecc. - Allora?
- Allora niente. Solo mi chiedevo: 1)chi era questa gente. 2) se eri sicuro e lo sei tuttora

che la posta gli arrivava: perché nonostante da noi ci sia un servizio postale
e la posta prioritaria, spesso non è certo che la missiva arrivi a destinazione!
- Ci metteva tempo ma arrivava, prova ne è che tu conosci chi e cosa ho scritto.
Io dovevo convertire, le distanze erano infinite, come facevo: me ne stavo zitto?

Noi camminavamo a piedi, le strade che percorrevamo non erano asfaltate
o illuminate: il più fortunato aveva come mezzo di trasporto un asino o un cammello.
Per i lunghi viaggi approfittavamo di navi a vela che facevano lunghe traversate,
e nonostante difficoltà e naufragi, ho girato il mondo convertendo a Dio ogni fratello!

Lo sai che sono venuto pure al tuo paese e sono rimasto sette giorni nel castello?
Aspetta che adesso ti racconto la mia storia come l’ho raccontata al Re Agrippa…
- Paolo, con te si sa quando inizi e non si sa mai quando finisci con la filippa:
sei capace di parlare per giorni e notti senza mai sputare ripetendo il ritornello.

- Non mi vuoi ascoltare? - San Pà, non è che io non vi voglio stare a sentì,
è che non vorrei fare la fine di Eutico che ascoltandoti parlare un’intera notte si assopì
sulla finestra, dov’era seduto e cadde giù dal terzo piano. - Però dopo l’ho fatto rinvenì
quest’Eutico! - Lo so San Paolo però è meglio se quest’incontro lo finiamo qui.

- Non ti piaccio come porto avanti una discussione? Vuoi la cosa “frijenne magnanne”?
- San Prò venite ad ascoltare anche voi San Paolo! - Mi fa l’effetto delle ninna nanne:
difatti io lo stavo ascoltando. - Procolo, sembravi un mantice, non ti vergogni?
- Paolo, tu questa storia la racconti da migliaia d’anni ed io ho fatto i meglio sogni

ad ascoltarti. Difatti conosco solo l’inizio: che tu eri sulla via di Damasco e basta.
- Allora se non la conosci te la devo raccontare? - No, grazie Paolo: ho già dormito…
e poi io e il mio fratello terrestre abbiamo i minuti contati per visitare questo sito,
perciò scusaci se non restiamo ad ascoltarti. - Siete entrambi della stessa pasta!…

- Tu hai questo maledetto vizio di fermare ognuno che incontri: te lo avrei di sicuro
sconsigliato, se me lo chiedevi, avendomi costui rotte le palle per migliaia d’anni,
con i viaggi e con le lettere che dice di aver scritto a mezzo mondo. - S. Prò, i danni
peggiori li subisco io, perché tu approfitti e t’addormi! - Vittò, sei un immaturo!

- San Prò, non v’arrabbiate, vi giuro… sui capelli, che starò più attento nel futuro!
- Chi giura sui capelli e sui denti non giura su niente! - San Prò stavo scherzando:
lo dovevate capire subito visto che ho i capelli come un cocomero maturo.
- Ora scherzavi, ma non quando dicevi che mi vado sempre addormentando…

“Mao, Mao”. - San Prò ho sentito un gatto. - Ma quale gatto vuoi? a miagolare
è Mao! - Mao Tse Tung? - Sì, è lui che si lamenta. Lo hanno messo a fare
l’arbitro di calcio, ma non è capace di portare a termine una partita.
- E come mai San Prò un uomo come lui così forte nella vita

non riesce a dirigere quattro scemi che corrono appresso ad una palla?
- Devi sapere che Mao va sempre in giro col suo libretto rosso nel taschino,
ed ha preso il vizio di cacciarlo fuori anche per un fallo di spalla.
E caccialo uno, e caccialo due, finisce che sul campo resta solo lui e il librettino.

- Signor Mao scusate, non è che vi voglia insegnare qualcosa: solo un consiglio.
Perché questo libretto non lo lasciate nello spogliatoio e alzate solo la mano?
- Ci ho provato, ma noi siamo un popolo giallo, e due volte il giallo della mano
sempre nello spogliatoio andrai a finire. - Vabbè magari dimezza lo scompiglio...

- Signor Mao, avete visto senza voi la Cina che progressi ha fatto?
Voi eravate sempre vestiti con quella divisa militare, adesso invece
le ragazze vestono ed esportano meglio degli americani. - Sono a patto
venuti con quei nemici della terra? E allora il comunismo che fine fece?

- Fece la fine del Trac in tutto il mondo. Adesso non esiste più: ognuno ha capito
che il mercato libero produce di più e meglio di quello che si faceva in comune.
- E’ impossibile che in Russia finisca il comunismo! - Signor Mao, non è finito
il comunismo, è scomparsa proprio L’URSS. - Ora ogni stato capestro è immune.

Sono usciti dall’orbita sovietica e si amministrano da soli in democrazia.
- E che dice Giuseppe? - San Giuseppe il falegname, lo sposo di Maria?
- Ma quale sposo: io chiedevo di “Don Giuseppe Stalin detto il Baffone!”
- I suoi successori hanno scoperto che aveva ucciso migliaia di persone,

a Mosca: tutte quelle che gli davano fastidio, e lo hanno fatto scendere da cavallo.
- Perché tu la mosca non l’uccidi? solo gli Africani non lo fanno: ci hanno fatto il callo.
- Signor Mao, quelle non erano mosche, ma erano scienziati e poveri cristiani.
- Sono certo che non si trattasse di cristiani: al limite di ortodossi e mussulmani.

- Signor Mao, perché gli Ortodossi e i Mussulmani non erano pure loro cristiani?
- Non sapevo di questa unificazione finché sono stato in vita. Allora solo il Buddismo
e il Confucismo sono rimasti separati? - Signor Mao anche loro sono cristiani!
- Dove ha trovato il Papa tutta quella gagliardia? per forza è caduto il comunismo!

- Nell’orbita Sovietica c’era Fidel Castro: è sopravvissuto a questa disfatta?
- E’ ancora vivo e vegeto, e Cuba l’ha messa a disposizione dei turisti
che gli portano allegria e valuta straniera: ed è così che si arrabatta…
E’ vecchio, e penso che dopo la sua morte i Cubani finiranno d’esser poveri cristi…

- Non ci posso credere! Proprio l’altro ieri ebbi modo di avere con Lenin un contatto,
e mi assicurò che il comunismo avanza in tutto il mondo e che per non scordarlo mai
gli hanno perfino eretto un Mausoleo. - Sì, ma ora la sua mummia è in odor di sfratto.
- Non avrei mai potuto immaginare che il grande Nikolaj avrebbe passato tanti guai?

- Signor Mao, i guai non li ha passato lui, ma li ha fatto passare: era malvisto!
- Non ci posso credere! Colui che ha inventato la dittatura del proletariato,
e tolto il potere ai ricchi per darlo ai poveri. Colui che come il vostro Gesù Cristo
ha detto che dobbiamo essere tutti quanti uguali, viene addirittura sfrattato

dal luogo dov’era seppellito? - Signor Mao: Non mischiamo la merda con la cioccolata!
paragonando persone che spiritualmente e culturalmente avevano diversa cilindrata.
Erano agli Antipodi! Gesù fece: venire la vista ai ciechi, e camminare migliaia di zoppi;
mentre voi con le repressioni avete accecato masse e resi zoppi chi creava intoppi!

- Non ci posso credere!… E cosa hanno fatto: hanno rimesso al potere lo Zar?
Non ci posso credere! Dopo tanta fatica e tanti morti veder tutto insieme naufragar!
Non ci posso credere! - Vi dovete convincere: alla gente non piace d’essere uguale!
Ognuno vuole distinguersi da un altro ed esser libero di mettere a frutto quanto vale!

- Torniamo al punto di partenza: il ricco mangia e il povero resta digiuno e schiavo?
- Forse con lo Zar è come dite voi: il povero era digiuno e schiavo, ma con al potere
voi, si è invertita la condizione: il povero era schiavo e digiuno! - Non ci posso credere!
Tutti avevano qualcosa da mettere sotto i denti! - Non conta il mangiare ma il ricavo!

Ragioniamo: Se io coltivo la terra e il raccolto lo devo dare a voi; è normale
che lavoro meno di quanto potrei se fosse mio…e il raccolto non me lo requisisce!
Se io ingrasso polli e maiali e voi mi fate sentire solo l’odore del pollo e del maiale,
secondo voi a me che me ne frega se il porco muore o il pollame rinsecchisce?

La parità la gente la può pure sopportare, ma verso l’alto e non verso il basso!
Essere tutti ricchi e non tutti poveri è meglio del contrario! Il raccolto all’ammasso
è stata la rovina. Faccio un esempio. Io ero impiegato alla Olivetti e per contratto
avevo dodici scatti biennali, mentre gli operai ne avevano solo cinque. All’atto

del rinnovo, il sindacato unitario chiese la parità. Io scioperai con loro e gli detti
ragione: perché ci doveva essere questa disparità? Vuol sapere come finì in effetti?
Andò a finire che gli operai vinsero ed ebbero la parità: Cinque scatti biennali
per tutti. - Io lo trovo giusto! Bisogna fissare delle regole: uguali impiegati e manuali!

Capisco che tu ci sei rimasto male, ma devi capire anche che dodici scatti a tutti
non si potevano dare. Tu sai questo, ma l’impiegato nuovo assunto sa che gli scatti
che gli spettano sono cinque e s'accontenta. - Ho letto che c’erano dei farabutti
anche in mezzo a voi, che lucravano e portavano i soldi all’estero. - In mezzo ai gatti

si può nascondere una tigre. Si dice che i soldi fanno venire la vista ai ciechi:
ed è così anche in dittatura, ma penso che ci siano più funzionari dritti che biechi.
- Signor Mao, parlerei ancora con voi, ma devo andare. C’è il mio vate che storto
mi guarda perché sto parlando con un comunista… e non ha torto!

A proposito, come mai, voi comunista e rivoluzionario vi trovate in questo luogo?
I preti giù da noi dicono che voi siete all’inferno. Forse Dio facendo un sopralluogo
vi ha mondato come Ginevra e Lancillotto? - A me mai nessuno mi ha montato!
- Avete frainteso… però che il comunismo ve l’abbia montata la testa… è scontato!

- Tu sei fascista? - Mai lo fui e mai lo sarò! - Allora cosa sei se non sei uno dei due?
- Sono un comunista… democratico. - Allora esiste ancora il comunismo, non è
proprio un animale in estinzione? - Esiste ancora, ma si è travestito… perché
al governo c’è Berlusconi ch’è alleato dei fascisti e per me è come se avesse la lue…

San Prò è passato Sant’Uliveto? - Vittò, tutti quelli che vedi con le bottiglie in mano
sono santi; proprio quello che tu hai nominato è l’unico che non ha ancora la licenza.
- San Prò però quello di sfruttare i nomi dei santi per il business è un’indecenza!
- Lo so, ma coi tempi che corrono tutti siamo sponsorizzati e non lo trovo strano.

- Ho capito, anche qui ci sta la vostra manina nera che dopo si allunga
e pretende la sua parte. - Non giudicare ha detto Gesù; guarda la trave
nel tuo occhio prima di vedere il fuscello nel mio. Pentiti e dici due ave!
- Ora sono io che dovrei pentirmi? La portate bene la briscola e la sapete lunga.

- Gesù, Giuseppe, Sant’Anna e Maria vedi a chi mi hanno mandato a casa mia?
- Che cos’è avete bisogno di aiuto? Non riuscite a sbrigarvela? volete un esperto?
- Sto qua sopra da migliaia di anni e secondo te avrei bisogno che aiutano a mia?
- Con quest’ultima parola detta alla siciliana avete messo le carte allo scoperto…

- Uhè Totò! - Come vi permettete! state parlando col principe Antonio De Curtis,
e chi vi ha autorizzato a fermarmi per la strada? Chi ve la dà questa confidenza?
- Principe, e la vostra famosa livella che fine ha fatto? Fatemi la compiacenza:
ritornate ad essere Totò. Io ho visto tutti i suoi films: adesso li danno spiss

in televisione. Io conosco solo a Isso; questo Principe non so da dove nasca.
- Cosa fate qua sopra Principe? - Vendo piazze, fontane ed archi.
- Come faceva Totò quando stava a terra? C’è ancora chi ci casca?
- La gente si convince facilmente: non hai visto Wanna Marchi?

- Buongiorno principe: ricordatevi che io già vi ho dato la caparra!
- C’è anche lui con voi il grande Nino Taranto che vi faceva da spalla?
- Non ti scervellare più di tanto, questo non compra niente: manco una palla.
Conosce tutti i nostri trucchi a memoria… e con questo non si sgarra…

- San Prò, quello che fa che corre come un pazzo per tutta la campagna?
- Quello è Attila il capo degli Unni: “dove passa lui non cresce più l’erba,”
e Dio si è messo a fare la Bioagricoltura e con questo si magna
cose buone e genuine e risparmia di spargere erbicidi per togliere la malerba.

- San Prò posso? - Vittò, pure a questo hai da fare domande?
- Una soltanto. Volevo sapere signor Attila, lei che con le sue scorribande
ha distrutto mezzo mondo, (solo da Ezio le ha buscate), come mai si è fermato
dopo aver distrutto Aquileia davanti a Leone 1° e in Pannonia si è ritirato?

- Sto ancora rimuginando su quell’episodio che mi raccontano sia succeduto,
e ancor non mi raccapezzo. Secondo me, mi ha drogato e giocato quel Papa astuto.
Ogni volta che quel miasma d’incenso mi arrivava al naso, sentivo in me una fiamma
accendersi in petto e mi sentivo sempre più debole… e son tornato dalla mamma.

- Avete fatto bene signor Attila! Con quel gesto avete salvato la vita a noi e anche
la vostra. - Anche la mia? Chi mi avrebbe più fermato, anche con le truppe stanche?
- Non parlavo di quella vita, ma di questa. Se non era per quel gesto, secondo voi
Dio vi avrebbe preso come suo giardiniere? A questo posto aspirano molti avvoltoi!

- San Prò, finalmente ho visto un santo nero. - Ma quale nero, quello è Alessandro.
- Si chiamerà pure Alessandro, ma è nero. - Non è nero, è sporco di carbone.
Quando era in vita vendette tutti i suoi averi e si mise sotto un oleandro
a fare il carbonaio. - Perché si guadagnava di più a vendere il carbone?

Ti dicevo io il fatto di Luigi Postiglione che è diventato miliardario coi carboni?
- Questo no, lo ha fatto per fare sacrifici e non per guadagnare i milioni.
- San Prò, voi già avete detto: vendette i suoi averi e non avete detto che li regalò.
Poi con i carboni che faceva: li dava senza niente? - Che ne so io se faceva un falò

dei carboni o dei soldi guadagnati? - San Prò non glielo possiamo domandare?
- Neanche per sogno. Ha il vizio che appena ti vede ti stringe stretto per intero.
- E che fa San Prò, forse vi vuole bene! - Si, però dopo ti devi di corsa recare
alla lavanderia e dal barbiere, perché lui diventa bianco e tu diventi nero.

- Allora sorvoliamo! San Prò però mi sembra strano questo fatto dei Santi
carbonai. Per adesso mi sovviene uno soltanto: San Aldo, ma so di tanti
che facevano questo mestiere e poi sono diventati Santi. - Non è il mestiere,
ma l’uomo che Dio guarda. - San Prò i Santi li fa il Papa…state zitto per piacere!

- Sei scostumato e…- San Prò però dietro a lui vedo una bella donna. - Lei è basta?
- Perché voi quante ne vedete? - Io non le vedo però so che Susanna la casta
è seguita da tutte le vergini del Paradiso. - San Prò spiegatemi una cosa:
perché questa Santa Susanna è casta e le altre sono vergini: cambia qualcosa?

- Lei questo titolo se lo è guadagnato in terra. Si racconta nel libro di Daniele
che due giudici minacciarono Susanna di denunciarla per adulterio (uscì indenne)
se non si fosse data a loro. Lei rifiutò e fu condannata a morte. Daniele intervenne
e la salvò. Fu appellata “la casta” dopo la confessione della verità del duo infedele.

- San Prò, io conosco una ch’era casta prima ancora di questa Santa Susanna.
- E chi sarebbe questa che io non conosco? - San Prò sarebbe “Già Casta.”
- O sei scemo, o fai lo scemo o vuoi prendere in giro un vecchio che affanna.
Quella che dici tu, sta “nei profunni di casariavoli” e non è della stessa pasta.

Quella si chiama Giocasta, tutto attaccato, che sposò suo figlio Edipo,
senza saperlo, ed ebbe da lui quattro figli, ma appena si scoprì l’errore:
Giocasta s’impiccò ed Edipo si accecò. - San Prò, non lo sapeva né lei né il tipo,
e si son puniti da soli, perché stanno laggiù? - Lo chiedi a me? chiedilo al creatore!

- San Prò, quando non sapete rispondere ve ne uscite per la maglia di mezzo.
- Ciao Gioia. - Dite a me? - A teee? Lo dicevo a quello ch’è mo’ mo’ passato!
- Allora siete pure un poco checca? - Quello fa Gioa di cognome ed ha inventato
la bussola. - La bussola per passare da una stanza ad un'altra: il tramezzo?

- No, ha inventato la porta a soffietto; ma come sei ignorante! Gioia è l’inventore
della bussola per navigare. - San Prò pure io da piccolino ero navigatore:
però navigavo nella martora del pane. Questo navigava ancora sul serramento,
di casa? - La bussola serve per sapere in che direzione vai, per l’orientamento,

e indica sempre il nord. - Allora serve solo per i meridionali ch’emigrano al nord?
Poi se uno ci ripensa e vuol tornare come fa: cammina come il gambero all’indietro?
- Madon…Scusami Maria. Ma perché tu se vai a Milano ci vai a piedi? - M’arricord
che una volta andai a Torino con il treno e il pilota non sgarrò neanche di un metro.

- Ecco spiegato. Sei arrivato perché lo chauffeur la bussola l’aveva lui sul treno.
- Qua vi volevo, su questi binari per far uscire fuori tutta la vostra ignoranza.
San Prò volete fare il saputo, poi vi perdete in un bicchiere d’acqua per l’arroganza:
non sapete neanche che il treno cammina sui binari e il macchinista tira il freno

quando vede il cartello della stazione. - Allora tu sapevi dell’esistenza della bussola
e mi prendevi in giro? - San Prò, scusatemi, ogni tanto la testa mi va in panne…
però voglio dirvi che non conoscevo di persona Flavio Gioia…- Un’altra cosa sola
che esce dalla tua bocca contro me, e ti rimando a casa a pescare con le canne…

- Ok. San Prò vedo tre femmine che camminano in disparte: ora le fermo un po’.
- Fermati! Non sai chi sono quelle? - No! Io vedo tre donne come le altre.
- Quelle tre sono dette le Parche Greche: Cloto, Lachesi ed Atropo - E con ciò?
- Sei ignorante forte. Non esistono in nessun posto donne come quelle scaltre.

Quelle hanno in mano il destino degli uomini, filando o recidendo il filo di netto
determinano la durata della vita di ogni individuo sulla terra.
- San Prò non ci capisco davvero più niente. Fino adesso abbiamo detto
che questo potere era di Dio e adesso mi dite ch’è di quelle donne? C’è guerra?

- Il potere è nelle mani di Dio, ma loro dicono che pure loro ce lo hanno.
Io non sono superstizioso perché sono santo, però è meglio stare alla larga.
- Non è vero ma ci credo insomma? - Proprio così, meglio evitare danno:
anzi se fossi vivente come te mi coprirei pure il numero di targa…

- San Prò, chi è quella signora seguita da una banda di musica?
- E’ Santa Cecilia, la patrona della musica e dei musicisti.
- Beata voi santa Cecilia, io vorrei tanto suonare ma non ci riesco mica.
- Allora siamo allo stesso punto: mai suonato uno strumento.- Quando moristi,

è stato scritto e tramandato fino a noi che stavi suonando l’organo.
- C’è stato come al solito un errore di trascrizione. Perché cristiana mi torturano,
legata piedi e mani a uno strumento di tortura che chiamavano “Argani”,
ma chi scrisse della mia morte fece un errore e scrisse che ero morta in “Organi.”

Tutti questi musicisti che mi seguono suonando da mattina a sera sono una tortura.
- San Prò hai sentito? - Come no, ma qua quando prendi una nomea non te la toglie
più nessuno: non ricordi quello che è successo a me con Gennarino? - Ho una cura
per te S. Cecilia. Prendi questi tappi e mettili nelle orecchie: li avevo per mia moglie.

- Grazie va benissimo Vittorio: non sento un cazzo. - San Prò parla moderno?
- Io non ci capisco più niente, qua sopra, il linguaggio non è più quello dell’Eterno.
Ognuno che arriva porta qualcosa sempre più volgare della precedente,
e se lo passano in poco tempo uno con l’altro come fosse niente.

- San Prò vedo una ragazza vestita di capelli che dai piedi le arrivano al viso.
- Quella è Santa Agnese. Aveva tredici anni quando fu esposta nuda in piazza,
e subito fu avvolta interamente da una chioma di capelli che spuntò all’improvviso.
- Però San Prò ora sarebbe ora di farla depilare a quella povera ragazza?

- E’ impossibile: di sotto è nuda. - San Prò non gli potete comprare una mutanda?
Siete spilorcio? - Io potrei pure comprargliela, ma non sono io quello che comanda…
- San Prò e chi è quella che avvolge quel gomitolo di spago? - E’ Arianna.
- Quella di Teseo e del Minotauro? - Esattamente. - E quale sarebbe la condanna?

- Rifacciamo un po’ la storia. Teseo entrò nel labirinto per uccidere il Minotauro,
ma sicuramente non avrebbe trovato la strada del ritorno. Arianna dal materasso
ricavò un gomitolo di spago e lo dette a Teseo da svolgere per il ritorno sicuro.
Tutto andò come previsto, solo che dopo il gran regalo Teseo l’abbandonò a Nasso.

- E con ciò? - Vittò, siccome ha ricevuto da Teseo una cattiva azione,
riavvolge quel gomitolo, sperando che Teseo non trovi più il ritorno!
- San Prò, ma se è già tutto successo, come farà di ciò ch’è già fatto lo storno?
- Non ci riuscirà mai; e questo riavvolgere la matassa, sarà l’eterna punizione…

- San Prò chi è quel giovanotto che cammina come una femminuccia?
- E’ Adone. - Quello bello che… - Esattamente. Si innamorano di lui Afrodite
e Persefone e in ogni momento del giorno e della sera succedeva una scaramuccia.
Che doveva stare quattro mesi con una e quattro mesi con l’altra allora Zeus decide.

- San Prò un anno è fatto di dodici mesi: e gli altri quattro mesi?
- I restanti quattro mesi da solo, senza queste due, doveva stare.
- Quattro mesi con una, poi due mesi di riposo, poi quattro mesi ad amare
quell’altra, e poi di nuovo due mesi di riposo: dopo si può restare anche stesi!

San Prò, mi piace questa scelta di Zeus. Adesso che ritorno a terra vedrò
se mi sarà concesso di fare altrettanto. - Ricordati che è un amore ambulante,
e che dovrai stare quattro mesi da solo? - San Prò, un poco mi riposerò,
poi se per caso mi dovessi sentire solo… vorrà dire che mi farò un’amante…

Parlavamo del diavolo e compaiono le corna. San Prò eccoli lì due amanti!
- Che stupidaggine è mai questa? Quelli sono: San Sone, e Dalila, la sua ancella.
Ha un forza quel santo che…- San Prò: qua’ santo: quello vi ha rigirati tutti quanti!
Si chiama Sansone e uccise tutti i Filistei: quando gli ricrebbero i peli dell’ascella!

- Quando è venuto quassù, si è presentato col nome staccato. Noi lo credemmo:
con quella forza e chi lo metteva in dubbio?. Quando più volte gli proponemmo
di andarci a fare una scampagnata nei campi Filistei, lui sempre trovò una scusa,
e adesso capisco il perché lui rimandava sempre a un’altra volta. Lui abusa

della sua forza e ha fatto sempre i porci comodi suoi, ma ora la deve pagare!
- San Prò glielo andate a dire voi? Sapete quello dove vi fa arrivare?
- Io! neanche se fossi diventato matto! - E come pensa di risolverla la questione?
- Per me non esiste questione: che se ne accorgesse un altro ch’è un imbroglione!

- Bravo! Siete bravo e coraggioso! - Perché tu al posto mio cosa avresti fatto?
- Avrei preso una saggia decisione e avrei fatto come avete fatto voi…esatto!
San Prò chi è quel vecchio barbone che cammina con quella palla e col compasso?
- Lui dice d’essere uno scienziato:Galileo Galilei, che gli attrezzi porta a spasso

come fossero due cani. Lui inventò un telescopio e credeva di vedere fin quassù.
Secondo lui, il sole sta fermo nel cielo e la terra gli gira intorno: il contrario di Gesù
e della bibbia che hanno sempre detto che la terra sta ferma negli alti celi tetri,
e il sole le gira intorno. Stava per andare al rogo, poi fu esiliato nella villa di Arcetri:

e ancora non si arrende. A volte il troppo studio li porta alla scemenza.
Se tu alzi la testa e guardi in alto cosa vedi: la terra che cammina? No, vedi
che il sole nasce ad Oriente e va ad Occidente, poi mentre a Morfeo ti concedi,
lui si fa il giro per di dietro e al mattino è pronto sul nastro di partenza.

E’ così o sbaglio? - San Prò è meglio se chiudete la bocca. A quel poverino
lo avete distrutto con la vostra ignoranza. Chissà dove sarebbe arrivato
se lo avreste fatto lavorare in santa pace. Alla chiesa non piaceva che un esserino
disubbidiente a tutti i richiami dimostrasse che Dio non sapeva ciò che aveva creato:

con tutte le conseguenze che potevano venir fuori da persone intelligenti.
- Perché ancora tu credi a quel vecchio? Sei anche tu, come lui un eretico?
- San Prò è stato dimostrato da altri: perciò lui sta quassù e fa il bisbetico,
mentre voi lo avreste voluto ermetico e dichiararlo pazzo agli occhi delle genti!…

Andammo in giro in lungo e in largo ed ho visto cose belle e innaturali;
Ho incontrato persone di alta e bassa lega che nominarli tutti non conviene.
Poi un giorno scendendo il corso di un ruscello munito di canna e di stivali,
vidi in un’ansa molta gente assorta; pensai: "Solo Lui tanto seguito tiene!"

Continuai ad avanzare ed incontrai uno, che strillava a qualcuno ch'era
avanti, il tipo d'inquadratura: "Marco, stringi sulla folla; Luca, tieni fisso
il primo piano su di Lui; Giovanni, ora una carrellata; ora figura intera."
- Scusi signor regista...- Silenzio; stiamo girando e non posso essere prolisso;

aspetti una pausa! - Attesi solo qualche attimo e il regista m’apostrafò:
- Io sono Matteo, e stiamo riscrivendo i Vangeli con la tecnica moderna;
in modo da far uscire un solo Vangelo e non quattro, e aggiornati a mo’.
Ci serve un tecnico delle luci; non possiamo girare con una lucerna

quando si fa sera! Lei ne capisce, ci vuole aiutare? - Mi dispiace,
potrei al massimo accendere qualche lampadina, ma non sono capace
di far funzionare dei riflettori per girare un film. Non so dove prendere
tutto il Wattaggio e l'amperaggio, mi dispiace: voglio solo vedere…

Mi scusi Matteo, ma non può chiedere a Dio se v'accende una cometa…là?
"Quando nacque suo figlio ne accese una : "E il giorno dalla notte esce!"
avete detto. - Dice che lo ha fatto una sola volta e adesso, alla Sua età,
non si ricorda più come si fa. - Glielo chieda ancora, se si sforza ci riesce!

Mi guardai in giro e lo vidi: (in verità era irriconoscibile); bandana
in testa e al posto del solito abito bianco, jeans e una maglietta tipo Fila.
Appena lo riconobbi, per prenotarmi, fui lesto ad alzare la mano all’americana.
Quando smise di parlare, notò la mano alzata in mezzo a centomila,

e si sbiancò di colpo. - " Dimmi figliolo" (Questo è quel figlio di puttana
che mi fece avere una cazziata da mio padre e mangiare pasta riscaldata.)
Cosa cerchi? non ti son bastate le risposte che ti diedi l'altra settimana?
Sei duro a capire, sono io che non mi spiego, oppure hai la testa ingolfata

di domande? - Gesù, la prima e l'ultima! - Allora dai iniziamo, così evitiamo
di digiunare anche quest'oggi: "Dimmi cosa vuoi sapere? " - Per prima cosa
voglio farti i complimenti per il look e per la trasmissione: (sembra che siamo
al Maurizio Costanzo show) - Grazie, ma non ci ingigantire: " Vuoi la chiosa

per ogni cosa che ti dico? " - Parla normale: quando non capisco… suppongo,
al limite ripropongo. - Allora chiedi; se no mi fai perdere pranzo cena e colazione!
- Gesù, parlando di Maurizio ho pensato e dimmi se ti piace ciò che ti propongo:
"Visto che neanche i tuoi discepoli credevano, e in specie alla resurrezione:

Va ad una trasmissione; così chi ha dubbi amletici, lo togli dall'imbarazzo:
"Credere, non credere..." - Ho detto: " Beato chi non vede e crede."
Se tutti quanti mi vedrebbero fare miracoli in televisione: sarebbe fede?
- Io non ci crederei: penserei che Costanzo ha trovato un mago da strapazzo.

- Ci avrei scommesso; tu sei peggio, ma molto peggio di Tommaso;
tu non ti accontenti di mettere il dito, vorresti entrare dentro una persona
e rigirarlo come un cappotto vecchio. Dai fammi domande, ti rispondo a naso.
- L'altra volta non ti avevo chiesto nulla sulla chiesa, e tu mi desti una buona

spiegazione, ma adesso ti pongo altri quesiti, sulla religione e sugli accoliti.
Ho letto negli Atti degli Apostoli, che altro non sono il continuo del vangelo
di Luca, che la chiesa ha avuto inizio dopo la Tua morte e fatto proseliti
con la paura e gli inganni. A tutti i possidenti che si convertivano al celo,

veniva chiesto di vendere tutti i loro averi e metterli a disposizione
della comunità, gestita dagli Apostoli. Ogni giorno c'era qualche babbeo
che ci cascava, vendeva tutto e portava agli Apostoli il ricavato della transazione,
i quali lo dividevano fra tutti i proseliti: sia esso ex pagano o Caldeo.

Tu hai detto tra l'altro nelle beatitudini: "Beati voi che avete fame
perché sarete saziati. Guai a voi che siete sazi perché all’esame
finale avrete fame! Guai a voi: se tutti gli uomini dicessero bene di voi!
Amate i vostri nemici e fate del bene a quelli che vi odiano! Hai detto poi:

A chi ti percuote sulla guancia, porgi l'altra! A chiunque ti chiede dà e a chi ti toglie
il tuo non reclamarlo!" Ora come giustifichi, oserei dire, ma tu dirai che erro:
perché non hai bisogno di giustifiche, allora prima che la sua rabbia scioglie
Tuo Padre, cambio e dico: "collochi" queste parole con il fatto che ti narro?

I Tuoi discepoli, fondarono una comune ed è normale l'aumento di proseliti
giorno per giorno, perché lì si mangiava e si beveva, senza lavoro e duoli.
Un giorno, Anania e Saffira, ch'erano marito e moglie, appena convertiti,
decisero di vendere il loro campo e di donare il ricavato agli Apostoli,

trattenendo soltanto una piccolissima parte per loro. Anania si recò
al Tempio e mise il ricavato ai piedi degli Apostoli, ma Pietro gli disse:
"Anania tu hai ingannato lo Spirito Santo!" Dopo queste parole Anania spirò;
e Pietro comandò che fosse seppellito. Ignara della sorte che Pietro inflisse

al marito, Saffira dopo poco mise piede nel Tempio. Pietro l'interrogò in loco:
"Saffira, a che prezzo avete venduto il campo? " La donna disse quanto stabilito
col marito; e Pietro: "Voi eravate d'accordo per prendervi gioco
dello Spirito Santo. " Senti questo rumore? Sono i passi di chi ha seppellito

tuo marito e che ora seppelliranno anche te! A quelle parole Saffira spirò.
- E questa sarebbe una domanda? A me sembrerebbe più un'accusa!
- Perché secondo Te è giusto che due poveri ignoranti, che Pietro attirò
nella: "Trappola della vita Eterna", vendano campi e casa, (vita esclusa)

per fare quella brutta fine? Pietro non si poteva accontentare di meno?
Avete messo una paura addosso alle persone, Tu, Tuo Padre:
e specialmente quelli che hanno preso le redini in mano dopo “il Nazareno.”
- Lo hai detto tu stesso: “sono cose avvenute quando io ero dal Padre.”

- Si però io non ho letto che qualcuno di Voi si sia arrabbiato con Pietro
e l'abbia degradato, anzi il fatto è narrato per dimostrare alla gente,
che chi: "Tocca i Vostri interessi muore. " Visto che tempo addietro
Tu prendevi un pesce e un po' di pane e sfamavi masse, anche col rimanente:

non si poteva fare la stessa cosa? A che prò far vendere quello che la sorte
aveva dato: o col risparmio di generazioni, o a costo di enormi sacrifici?
Non vi bastava quanta povera gente con le vostre scampagnate avete resi infelici
portandola per anni per deserti, ed avete preteso da loro sofferenze e morte?

Tu come al solito ti togli di mezzo e dai in mano ad altri le castagne bollenti.
Pietro era un Tuo discepolo, e quindi ha messo in pratica ciò che Tu a fatica
gli hai insegnato. - Ciò che tu dici in parte è vero, ma tu da me troppo pretendi:
"Trovi nel Vangelo che io abbia detto loro di radunare degli scansafatica? "

Anzi gli ho detto: "Dividetevi e andate in giro per il mondo a portare
la lieta novella. - Gesù tutto quello che vuoi Tu, ma il potere di uccidere
quelle persone chi glielo ha dato? - Io, ma solo a fin di bene si doveva usare.
- Il potere di uccidere un uomo…forse neanche in caso d’eutanasia può essere

detto: "Per fin di bene." Tu da sopra dovevi metterci un poco più di attenzione,
visto che i tuoi discepoli erano dei principianti! - Forse hai ragione,
si vede che mi ero un poco distratto, e poi anch'io seguivo una preparazione,
ero un principiante e dovevo ancora trovarmi un posto adatto al mio blasone.

- Non avevi già il posto assicurato: "Siederai alla destra di Tuo Padre? "
- Si è vero, ma quel posto mi andava stretto, ero troppo sotto sorveglianza.
Lo usavo soltanto a pranzo e nei raduni ufficiali. Uno come me, ti pare
che poteva stare fermo in un posto con mio Padre a poca distanza?…

- Gesù scusami se sono irriguardoso ma viene in mente di chiederti alcune cose
sul miracolo del pane e dei pesci. In casa di mio cognato Castrese, commerciante
e coltivatore diretto, si racconta che un suo avo di mestiere venditore ambulante,
era andato al mercato e si era rifornito di pane e pesci: “mi par fossero alose”,

per rivenderli e guadagnar qualcosa. Nel mentre camminava col suo carrettino carico
di merci, incontrò per strada una gran folla. Eri Tu, e i tuoi seguaci che gli sbarravano
la strada. Lui si fermò attratto dalle tue parole, ma ad un tratto sentì allo scarico,
uno sconvolgimento di pancia. Chiese ad un uomo più vicino se gli dava una mano,

anzi un occhio al carrettino, mentre lui andava dietro ad un albero ad evacuare.
Quando tornò, non trovò più niente della sua merce, ma in compenso trovò tutti voi
che mangiavate e la gente che gridava al miracolo. Chiese di essere pagato, poi
visto che nessuno l’ascoltava, venne da te, e tu arringasti chi stava a mangiare:

“Quest’uomo sostiene che quello che avidamente state mangiando non è un miracolo
ma è frutto del suo lavoro, quindi vorrebbe giustamente essere remunerato.
Ora io vi chiedo: E’ un miracolo e non pagate niente, oppure sono io un mariuolo
e sborsiamo un tanto per uno per raggiungere la cifra che costui vuole essere pagato?”

Neanche a dirlo, la gente mi dette ragione in coro e se io non li ammonivo quell’avo
ci avrebbe rimesso anche la pelle. - Da una domanda sibillina, in quella maniera posta,
a sfaccendati senza il becco di un quattrino, cosa potevi attenderti come risposta?
- Se pur la domanda fu sibillina, la risposta fu chiara ed eloquente: quell’ignavo,

voleva ingannarci tutti, e cosa più grave, oscurare, mettere in dubbio le mie capacità
di far miracoli. Insomma voleva dire che io ero un imbroglione: era quello il senso!
- Neppure i pianti di quell’uomo vi fecero intenerire il cuore… - Tu sei più propenso
a credere alle balle che si tramandano in casa di quei trappani che alla mia santità?

Pensi che veramente io sia un imbroglione? Dillo se lo pensi senza alcun timore!
- Scusami Gesù, non ho prove e ti assolvo per non aver commesso il fatto precedente!
- Come Pilato mi vuoi giudicare e crocifiggere un’altra volta? - Gesù aiutami per favore:
non so più uscire da questa domanda… - Le scuse bastano per un non credente…

però ora ritornimo a bomba! - Hai detto: "beato chi ha fame, perché sarà saziato;"
"Guai a chi è sazio perché avrà fame;" e prima Tu, poi Pietro li saziate.
Hai detto: "A chi ti toglie il tuo non reclamarlo". Ora quei due avevano dato
del "loro" e non avevano tolto del "suo" a Pietro e sono state ammazzate.

Hai detto: "Guai a voi, qualora tutti gli uomini dicessero bene di voi";
e poi Vi arrabbiate appena sentite parlare male di voi! Hai detto: "Amate
i vostri nemici e fate del bene a chi vi odia"; A me non risulta, che i Tuoi,
e specialmente Tuo Padre abbiano seguito questa regola. Dire "Fate",

è più facile di dire: "Faccio!" " Fra il dire e il fare c'è di mezzo il mare."
Hai detto: " Guai a voi ricchi, perché avete già la vostra consolazione!"
Avevi anche detto che i ricchi non andavano in Paradiso, e che far passare
un cammello attraverso la cruna di un ago era di più facile attuazione.

Ora io girando per qua sopra ho notato, che ci sono più ricchi che poveri!
Hai per caso creato un ago con la cruna extralarge, oppure un cammello micron?
- Noi i poveri li scegliamo guardando la dichiarazione dei redditi: il 740. - Noi veri
riteniamo quei modelli che ci manda l’INPS: come fai a verificare se son veri o non?

- Gesù, devi sapere una cosa, che i veri poveri non conoscono l’ erario,
né il modello 740; e che sono tutte false le dichiarazioni dei redditi dei ricchi.
Non ti sei accorto che i padroni dichiarano di guadagnare meno dell'operaio?
- Giusto per questo stanno qua! Dove lo trovi uno che s’accontenta dei chicchi,

e distribuisce le spighe di grano intere, ai propri dipendenti?
- E tu fai come il fisco, non vedi il lusso che fanno, e quali i loro sarti,
e quante pellicce vestono le loro signore, facendo strage d'animali innocenti?
La prossima volta che devi fare queste scelte, non dimenticarti

di quello che ti ho detto! Gesù cambio un attimo argomento: Parliamo
di Angeli Custodi. Quando uno muore, l'Angelo Custode muore pure lui?
Perché se così non fosse vuol dire che noi ci ritroviamo
ad avere degli "Angeli riciclati!" e non mi va di sapere che colui

che accompagnava Prike, alle fosse Ardeatine o il mostro di Firenze;
oppure quello del boia di Treblinka; ora accompagna mio nipote appena nato!
- Ogni tanto capita di dover rottamare un Angelo perché contaminato
dalla personalità del custodito; ma la maggior parte viene dalle benemerenze

o dai vizi acquisiti, rimesso in giro, dopo essere stato lavato integralmente.
Così con la memoria totalmente azzerata, può essere come nuovo riciclato.
- Gesù, senti, ma esistono Angeli scemi, che ti fanno avere un incidente
e non ti avvisano? - "L'Angelo si adatta alla persona a cui è affidato!"

- Ammettiamo, anzi è di regola che i nuovi nati superino i morti, come fate
a coprire la differenza? - Mio Padre possiede sempre una fabbrichetta
per rimpiazzare le perdite e le plusvalenze, anzi proprio alcune giornate
fa, sarebbe l'altro giorno, si lamentava che non poteva pagare la retta,

perché la fabbrica è in rosso e non rende più: “la donna sta più accorta”
e Lui sta valutando se chiudere o mettere gli operai in cassa integrazione.
- Scusa, ma quali operai? Non è Lui personalmente che si occupa della scorta?
- Una volta forse, ma adesso, fatto il prototipo, viene immesso in lavorazione

sulla catena di montaggio e sono gli operai che tirano fuori il prodotto preposto.
Viene immagazzinato e al momento opportuno spedito tramite corriere.
- Come è triste la vita! Un povero disoccupato vive senza trovare un posto
fisso; muore e riesce a trovare un posto eterno, e invece il Capo Cantiere,

Tuo Padre, lo mette a cassa integrazione! E' un'ingiustizia! Chi se lo piglia
a lavorare adesso questo poverino, che certamente avrà famiglia?
- In quella fabbrica lavorano, per punizione, solo donne e uomini scapoli,
che sulla terra non hanno voluto avere bambini per incrementare i popoli.

- "Vabbè single o ammogliato, ma sempre un disoccupato rimani!"…
Il mio Angelo mi sa che sia di scarto. Quand'ero piccolo, in tempo di guerra,
mi appesi dietro ad un camion pieno di militari Americani,
che s'era fermato in cerca di “signorine”… e per poco non finii sottoterra!"

Il camion andò indietro e m’investì! "Mica fui avvisato dal mio Angelo Custode? "
- Tu trovi gusto a lamentarti del superfluo. C'è gente che muore in silenzio, invece
tu che riportasti solo un graffio, al posto di ringraziare il tuo Angelo prode,
vieni a lamentarti? Lo sai tu in quell'occasione il tuo Angelo cosa fece?

Appena si avvide del pericolo gridò forte, (per fars'ode)
agli Angeli Custodi degli americani, ch'erano seduti a cassone: Help, Help!
Gli Angeli degli americani a loro volta gridarono all'Angelo custode
dell'autista che stava arretrando, di fermare il camion: Stop, Danger, Help!

Il camion si fermò di colpo, e tu uscisti illeso da quella brutta situazione.
- Se così si svolsero i fatti, chiedo scusa al mio Angelo e me lo tengo stretto:
succedono disgrazie a non finire in una vita intera, e lui in ogni occasione
mi ha tenuto fuori. "Chissà quanti guai avrò fatto passare io a quel poveretto? "

- Complimenti, vedo che ora incominci a ragionare, e per oggi basta;
perché Mamma mi ha detto che oggi è brodo e se ritardo trovo una pastetta!
- Grazie Gesù, oggi faccio il bravo e "al dente" ti farò mangiare la pasta.
Salutami Nostra Madre e fa che oltre alla Tua, anche la mia vita sia protetta!…

Però mi è rimasta sulla punta della lingua una domanda che da parecchio
volevo farti. Non riguarda Te, ma tuo Padre, ma visto che Tu sei il suo specchio,
se avessi la compiacenza di rispondermi Te ne sarei grato. - Oggi un’altra pastetta
mi farai mangiare: dai, buttala giù questa domanda in fretta in fretta!

- Gesù sono stato ammalato e il mio dottore ha diagnosticato che ho l’aorta indurita
ed ingrossata per colpa del fumo delle sigarette che per 45 anni ho inghiottito in vita.
- E cosa vorresti da me? - Niente, volevo solo chiederti il perché, in che contesto
Tuo padre mi ha fatto indurire l’arteria e in vecchiaia, ammosciare tutto il resto?

- Ti sarebbe piaciuto il contrario? - Certamente! - Allora appena lo trovo glielo dico.
- No, lascia stare, forse, anzi è sicuro che s’arrabbia e mi manda qualcosa di peggiore.
- Allora ci vogliamo lasciare, o hai altro da chiedere a me o al mio genitore?
- Solo una curiosità che te la chiedo camminando: come un amico fa con un amico.

- Tuo Padre ebbe notizia che a Sodoma e Gomorra la gente si comportava
male e mandò due Angeli a controllare. I due Angeli, così era stato disposto,
si fermarono alla casa di Lot, nipote di Abramo, a pranzo. Mentre si stava
pranzando, tutti gli uomini del paese, dal capoccione al sottoposto,

circondarono la casa di Lot gridando che volevano avere a qualunque costo
un rapporto con i due ospiti. Lot dispiaciuto di questo uscì fuori e disse loro:
“Io ho due figlie che non hanno mai conosciuto uomo, prendete loro al posto
degli ospiti e fate quello che vi pare.” Tuo Padre voleva punire costoro

e gli serviva una scusa. - Hai detto una domanda e mi stai raccontando
una storia che già conosco, ma non capisco: però sto immaginando,
dove vuoi arrivare. Stringi per favore: ricordati che mamma ha fatto il brodo.
- Dico io è possibile che in quel paese non ci fosse una persona ammodo?

Tutti gridavano che non volevano le ragazze, ma i maschi. (erano culattoni?)
Allora un Angelo tirò dentro casa Lot ed accecò tutti i presenti, dal più piccolo
al più grande… (forse perciò dopo Tu hai trovato tanti ciechi.) Mentre a tentoni
questi ancora cercavano di rompere la porta, Lot riuscì, su un monticciolo

poco distante a portare in salvo la famiglia e Tuo Padre rase al suolo Sodoma
e Gomorra. - Non lo doveva fare? Doveva lasciar fare a quei dannati?
- Volevo solo dire: Cosa c’entravano le donne e i bambini con chi come automa
agiva, sotto l’influsso di tuo Padre? Comunque… Lot e le figlie furono salvati,

ma la povera moglie non ce la fece e diventò una statua di sale, solo perché
si era girata. Su un monte inaccessibile nei pressi di Zoar i tre si rifugiarono.
Le due figlie, visto che non c’erano uomini, si coricarono col padre affinché
continuasse la sua generazione, ed ebbero due figli. I libri narrano

che Lot non si chiese mai come era stato possibile che le figlie fossero rimaste
incinte. - Stai facendo un processo alla storia, mentre a quei tempi
erano quasi normali rapporti incestuosi. Si può dire che queste scene orgiaste
erano di moda, e la storia antica è piena di questi scempi!…

Ma cosa volevi dire? era questa la domanda che avevi sulla punta della lingua?
- Quello che volevo dire già l’ho detto: quello che mi manca è una risposta pingua.
Tuo padre ha fatto come fece con Mosè e il Faraone: prima fa l’aizzatore,
e insinua a comportarsi male e poi distrugge loro, compresi piccoli e signore.

- Mio padre così era fatto. Quando gli veniva la sbornia, non lo fermava nessuno.
Ora però invecchiando è diventato più dolce. - Lo conosco come è dolce di sale!
Quando si punta un popolo o una persona, Tumori, e terremoti come una cambiale
da pagare manda… - Basta, mi son scocciato, vado a mangiare, se no digiuno!…

- Addò cazz si ghiuto? E na jurnata che sto camminando scalzo dentro al fiume
per trovarti! Lo sai che se ti perdo, dovrò subire "una cazza di romanzina?"
- Ueh, San Procolo; che piacere vedervi; siete arrabbiato e avete perso il lume?
- Per forza: mi dici: "San Prò mi sposto un poco ‘a fa una pescatina"

e poi te ne stai via da stamattina! - Scusami San Procolo, ma ho trovato Lui
ed è ritornata in me forte la tentazione di fargli altre domande.
- Lui? Vuoi dire il Lui dell'altra volta? "Il Padreterno? " - Si San Prò "Lui"!
- Ti raccomando, quando torni a terra, non mancare di farti un giro sulle brande

dei migliori psicologi. - San Prò, voi pensate che sono pazzo; che dico
fesserie? Se non mi credete, domandate ad uno di quegli uomini stracqui.
- Perché tu vedi delle persone qua? - Uhè! e ch'è successo? Mo' sotto al fico
c'era Lui, e attorno ci stavano centomila, proprio in questo punto qui:

e adesso sono scomparsi tutti? Gesù andava di fretta perché la Madonna
aveva fatto il brodo, e Lui aveva paura di tardare per non essere sgridato:
“All'ultimo ritardo lo lasciò a digiuno e Lui andò a mangiare dalla nonna.”
- Ma chi ti racconta queste fesserie su un fatto che in fin dei conti è privato?

- San Prò io e Lui, modestamente, siamo entrati in confidenza come fratelli,
anzi, siamo fratelli, e quando qualcosa lo angustia e cerca chi lo sorregge,
ha trovato in me il suo confessore. - Quando la smetti di costruir castelli
in aria ed essere meno megalomane? "Confessore di Gesù Cristo!" Non regge

questa palla così grossa; la vuoi dire una, ma dilla più coerente!
- San Prò, ma voi non mi credete mai quando vi parlo di queste cose qua?
- E' naturale, che con uno che le spara così grosse si divenga diffidente,
e poi, di conseguenza non viene creduto neanche quando dice la verità!

Se uno per scherzare grida sempre: "Al Lupo, al Lupo" e tutti accorrono
in suo aiuto; guai a lui, quando incontra per davvero il lupo e aiuto chiede!
Chi accorrerà? Nessuno! - San Prò, voi siete del mio paese, il santo patrono,
e io vi rispetto; se mi volete credere, mi credete e se no… faccia come crede!

- Come mai adesso mi parli con il lei? Ti sei arrabbiato con me come prima?
- No, San Prò, la verità è che il lei mi serviva a far la rima.
San Prò, cosa ti è successo? Vedo che hai fatto l'occhio del pesce azzurro?
- Me lo chiedi? Credo che a cercarti, in quell'acqua gelida ho preso il cimurro.

- San Prò, voi fate come faccio io, non avete fatto uno starnuto neanche,
e già parlate di cimurro. Io fin da piccolo, diciamo da quando ero guaglione,
e il naso non si soffiava con i fazzoletti, ma con le mani o sulle maniche
della camicia, appena vedevo salire e scendere dal naso il muccolone,

dicevo di avere la tubercolosi. - Tu scherzi, ma io mi sento come un pezzo
di ghiaccio. - San Prò, non possiamo andare all'ex inferno a riscaldarci?
La vostra mutua non vi passa le cure termali? - Una volta; poi questo mezzo
per farsi le vacanze gratis, fu usato da tutti e Lui sempre a ricordarci

che il bilancio non ce lo permetteva, che dovevamo fare economia,
ma come al solito nessuno vi volle rinunciare, e allora Lui fu costretto
a togliere di mezzo questo beneficio. Se uno però sta arrivando "al fine via"
può fare una domanda in triplice copia, alla Trinità, in Teoliano stretto.

Loro esaminano la pratica e se non ci sono errori, ti prenotano per un giorno
di là da venire. - San Prò, state fresco, è peggio dell’ASL. Faccio un sopralluogo:
se trovo due mazzarelle accendo un fuoco. Pensi che si trovano qua attorno?
- Ci stanno, ma devi stare attento che non ti veda Lui quando accendi il rogo:

se no per riscaldarci, ci fa correre per il purgatorio, paradiso e inferno con impegno,
senza fermate al capolinea. - San Prò, ma questo Dio è sempre così tremendo?
Per una mela fece succedere il finimondo; ora ci tiene pure per un po' di legno?
- Dai raccogli presto presto, io intanto mi guardo in giro e l'orecchio tendo…

- San Prò; avete visto che bello fucarazzo v'aggiu fatto? vi sentite meglio?
- Comme no! m'era trasuto o fridd' rint’ all'osse. Speriamo che sta' lamp
da lontano non la vedono?… - Fermi là! - E chi sei tu? - Io sorveglio
che i piromani non trasformino il Paradiso in inferno. "Con me nun c'è scamp."

Io sono Santa Barbara, protettrice di tutti quelli che hanno a che fare
con roba infiammabile, come fuoco, armi e botti: perchè non si accendano,
e non per appiccarli! - Santa Bà, questo povero vecchio stava per diventare
un ghiacciolo ed io l'ho accudito; Ho fatto male? - Vabbè, ti do una mano;

spegniamo e faccio finta di non aver visto niente. - Grazie Santa Barbara:
Io ho lavorato con il gas; e al vostro onomastico andavamo a fare una mangiata
per lo scampato pericolo. - Dicevo io ch'eri una faccia conosciuta e grata;
tu lavoravi: "alla Omegal" col Conte Cosenza; brava persona: oserei dire rara.

L'ho incontrato poco tempo fa; e come al solito si è industriato;
Adesso fa il comandante dei Vigili Urbani e ripristina le industrie in avaria.
- Santa Barbara secondo voi è un posto al suo rango adeguato?
- Certo! Lui ci teneva tanto alla circolazione! - Del sangue; non della via?

- Adesso devo andare. Se il tuo vecchio ha freddo ancora, digli ch’è d'uso
di aspettare il giorno in cui è permesso accendere a Sant'Antuono
cataste di legna nei luoghi più impensati: "Sai quello è friddigliuso."
Però questo è l'ultimo anno: "Ora si è messo a cambiali il riscaldamento buono."


Copyright © 2008 Vittorio Gambardella. Tutti i diritti riservati.

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